Ogni anno, in occasione del 27 gennaio, Giorno della Memoria, si scatena una ridda di polemiche intorno ai proclami di personaggi radicalmente di destra, o che in passato siano stati parti di movimenti di matrice fascista/razzista, che si ricordano del giorno della memoria e dicono cose che 30 anni fa non ci saremmo aspettati.
<Ma come, proprio voi che siete stati, e a volte siete ancora, razzisti, fate la bella faccia di ricordarvi dello sterminio di ebrei, zingari, etc. etc. etc> tuonano in molti da sinistra.
Devo dire che tutto ciò mi pare strano, logicamente poco consequenziale.
Anzi, una tragica coerenza logica in tutto ciò la trovo, ma non esattamente quella contenuta nelle scandalizzate esternazioni sgomente da sinistra.
Perché se ci sforziamo di astrarci dal singolo caso dell'antisemitismo ( nella più ampia cornice del razzismo, l'antisemitismo è un singolo caso ), se do per scontato che metodologicamente queste persone siano rimaste razziste e contemporaneamente guardo quella che è la politica dello stato di Israele, in tutta franchezza io vedo una tragica consequenzialità logica tra il loro essere rimasti almeno metodologicamente razzisti e le loro odierne marchette pro-Israele.
Hanno semplicemente cambiato epifenomeno di riferimento onde poter rimanere metodologicamente i medesimi, in un mondo in cui gli accidenti esterni del razzismo erano, nel frattempo, mutati.
Dipende da chi pratica una politica razzista in una data fase storica e mutatis mutandis, i razzisti si riallineano partendo dal riallineare le proprie marchette mediatiche. E non solo.
Se volete dirla populisticamente con un vecchio adagio popolare chi si somiglia si piglia.
In questa tipo di cornice sarebbe anche il caso di fare una riflessione, quasi omologa, sulla visita proprio in questi giorni del presidente Rouhani.
Ciò è quanto mai necessario in questi giorni, nei quali si sono sovrapposte le polemiche parlamentari e nel paese intorno alla legge Cirinnà, la visita di stato in Italia del presidente Rouhani, e cause diverse si sono mescolate nelle piazze, vere e virtuali, scatenando un putiferio di strumentalizzazioni incrociate tra le quali la più intelligente, gratta gratta, è ad essere ottimista idiota.
Sono tra quelli inorriditi vedendo coprire oggetti d'arte che raccontano della nostra storia e della nostra cultura, in senso nobile ( tragico due volte che come paese ci siamo sputtanati avendo fatto tutto da soli ).
Tuttavia stiamoci attenti, perché cadere nelle strumentalizzazioni o nelle visioni manichee è questione di un attimo.
Io vedo polemiche a sinistra tra diritticivilisti, da una parte, che dicono che non dovremmo avere relazioni di alcun tipo col capo dell'esecutivo iraniano perché in Iran, tanto per fare un esempio, se sei omosessuale finisci impiccato in piazza.
Dall'altra parte vedo soggetti che in odio alla sinistra carina dei ( soli ) diritti civili, che si è dimenticata per strada diritti sociali e antimperialismo, si appiattiscono sull'esaltazione acritica dell'Iran paese non allineato e costantemente sotto attacco da parte delle centrali dell'imperialismo, USA e Israele, e dei loro figliastri maledetti quali l'Isis.
Attenzione, perché in questo modo ci si comporta da sciocchi da entrambe le parti: la verità non è a portata dei manichei e dei banalizzatori!
Parto dai secondi; dei rozzoni ai quali la sinistra carina ha ( anche giustamente ) rotto i coglioni ma che nel disastrato scenario della sinistra italiana contemporanea non riescono a far di meglio, per esprimere il loro disgusto, che rimbalzare all'estremo opposto ostentando il fatto che a loro delle libertà civili non importa nulla, ripescando in un immaginario e in una iconografia d'altri tempi l'immagine di una sinistra machista e cazzuta che non perdeva tempo con queste puttanate da froci.
E quindi via con l'esaltazione di Stalin o di regimi..."antimperialisti"....come la Corea del Nord, quali simboli di posti dove la sinistra avrebbe fatto o farebbe ancora cose veramente cazzute!
E si potrebbe continuare spiegando che il prototipo del nostalgico della sinistra cazzuta, possibilmente dotata di baffoni, memore dell'antica alleanza tra l'URSS e la Siria di Assad ( padre ), ben lungi dal limitarsi a sostenere che l'intervento Russo in Siria abbia scompaginato le carte agli statunitensi e creato un problema all'Isis e a questo punto staremo a vedere che succede, tenendo fermo che non spetta a noi occidentali rimuovere Assad ( figlio ) ma non dimentichiamoci che pur sempre di un porco e di un sanguinario stiamo parlando, è invece a tutt'oggi convinto che Putin sia un comunista in quanto russo e che Assad rappresenti un baluardo della democrazia e del socialismo.
Stiamo parlando non di gente seria, evidentemente, ma di cimeli buoni al massimo per gli scaffali e le polverose teche di un museo per reperti di un certo '900, invecchiato molto male.
Questi personaggi, evidentemente, apprezzano del socialismo reale proprio ciò che non lo differenziava dal fascismo.
In effetti dovrebbero porsi una domanda su chi sia l'oggetto della nostalgia di chi gli da manforte; perché almeno l'Armata Rossa capeggiata da Stalin aveva liberato Auschwitz ( con buona pace di Benigni e del suo pessimo e mistificatorio film nel quale il campo viene liberato da un carro Sherman statunitense. Altro esempio di ideologico sotteso imperante di questi tempi ), ma a questa retorica spesso si uniscono anche i nostalgici di chi stava dall'altra parte....
A costoro vorrei dire che le libertà civili, anche se non vengono contese al capitale, SONO IMPORTANTI e devono procedere e progredire insieme alle altre libertà; perché la liberazione non è solo dalle catene del bisogno ma anche dal conformismo come costrutto culturale, a propria volta oppressivo ed opprimente.
Vedete forse nell'Iran un bastione dell'antimperialismo e vi compiacete di questa cosa rispetto al vostro sentirvi, ancor oggi, orgogliosamente comunisti?
Fate attenzione alle agiografie e ai manicheismi, perché tra il 1979 e il 1982 la storia dice che vi fu un progressivo scivolamento verso la messa fuori legge del Tudeh ( il partito comunista iraniano ), che inizialmente aveva anche raggiunto un "compromesso" con Khomeini pur di disfarsi dello Scià ma che poi si misurò con l'impossibilità di tenere in piedi questo compromesso, essendo la parte debole tra le due, e avendo come controparte un potere confessionalista ed oscurantista inconciliabile con la visione del mondo di una forza politica razionalista e materialista.
Il risultato fu che a metà degli anni '80, mentre la guerra con l'Iraq stra-armato dagli occidentali era in corso, ciò creava in Iran contesto e pretesto in favore del regime per liquidare i propri nemici interni.
Quel che accadde fu la messa fuori legge dei partiti comunisti e socialisti in Iran che ebbe la forma, prima, dell'aumento dei prigionieri politici di un ordine di grandezza e subito dopo della loro liquidazione coi plotoni di esecuzione o le impiccagioni con le gru.
Non dimenticatevelo: i comunisti che non fece in tempo ad uccidere lo Scià finì di ammazzarli, e in massa, Khomeini.
Quindi giusto difendere oggi che è accerchiato la posizione dell'Iran, paese non allineato, ma non traiamone per questo la conclusione che basti essere non allineati per essere delle belle persone.
Il contrario di una cosa brutta può essere una cosa ugualmente brutta, solo per motivi differenti.
Oggi ci sono ottimi prioritari motivi per riconoscere il ruolo internazionale dell'Iran e stabilire col suo governo un pacifico e reciprocamente proficuo compromesso territoriale, su questo son d'accordo, ma da qui a dire che l'Iran e il governo degli Ayatollah sia poi sta gran bella cosa, ce ne corre.
Anzi, io dico che come comunisti un po' di rancore dovremmo covarlo.
E rivendico il fatto che quando saranno gli iraniani a voler cambiare regime, io stapperò una bottiglia di spumante.
Lo dico anche se ora difenderei, in linea di principio, l'Iran da qualsiasi attacco imperialista ed occidentale.
Ai secondi ( la pars pregiudizialmente diritticivilista che, mi permetto d'insinuare, non avrebbe sollevato altrettanto vespaio se in Italia ci fosse venuto Natanyahu a stipulare una convenzione militare, come di recente ha fatto anche la Grecia governata da Tsipras ) vorrei dire che hanno ragione nel sostenere che le libertà civili sono importanti, ma che bisogna stare ben attenti alla strumentalizzazione che, della retorica dei diritti civili, fa il Washington consensus.
"In Israele i gay si sposano, a Teheran invece li impiccano in piazza".
Splendido, ma se sei un bambino palestinese e vivi nella striscia di Gaza e passa un elicottero israeliano di li, ti fanno a brandelli.
Quest'anno si compie il 49° anno consecutivo di disattendimento delle risoluzioni ONU del 1967 che intimano ad Israele di rientrare nei propri confini.
Per simili affronti alla comunità internazionale altri finiscono sotto embargo, altri ancora direttamente vengono bombardati, poi ci sono quelli che di fronte alle intimazioni da parte dell'ONU risultano sempre essere un po' più uguali degli altri.
Muri molto peggiori di quelli già schifosi che si stanno erigendo in Europa, isolano un intero popolo al quale da decenni si nega l'autodeterminazione, l'accesso all'acqua, alla terra, alle cure mediche, a TUTTO.
Che bravo Obama e la sua politica arcobaleno.
Si si, io sono d'accordo con quello che ha fatto in politica interna proprio riguardo al riconoscimento e alla tutela dei diritti della comunità omosessuale ( a differenza dei rozzoni di cui ho già parlato ), ma non dimentico che ci sono ancora militari USA sia in Iraq sia in Afghanistan, che 25 anni di bombardamenti a casa d'altri sono costati una milionata di morti civili, che la rabbia della popolazione assolutamente giusta e legittima è stata l'humus nel quale ha attecchito l'Isis, che non sarebbe mai nato se non fosse stato per la nostra politica occidentale.
Una politica lgbt-friendly in casa, ma all'uranio impoverito in trasferta.
Forse che i vostri diritti civili valgano soltanto quando l'occhio non vede e il cuore non duole?
Se le morti sono tutte uguali vogliamo metterle tutte sui piatti della bilancia e vediamo quale pesi di più?
Tutto questo sarebbe il caso di non dimenticarselo.
Invece i media e i vostri dirigenti politici pacificati col sistema hanno fatto di tutto per farvelo dimenticare, a forza di bandiere arcobaleno con la stella di Davide dentro, rispetto alle quali non vi siete posti sufficienti domande. E purtroppo ci sono anche riusciti, a quanto pare.
Sintesi?
Meglio stringere la mano a Rouhani che a Netanyahu, per quanto mi riguarda.
Ma di grazia, gliela si stringa mostrando un certo schifo; avendo il coraggio di sollevare qualche questione rilevante intanto che si negozia - in ogni caso giustamente - la gestione di un mondo multipolare che con loro può essere negoziato e con altri no.
Perchè purtroppo il mondo non è fatto di buoni e cattivi ma, spesso, molto più prosaicamente, di più cattivi e meno cattivi.
Il che non è esimente rispetto alla necessità di prendere posizione.
Ma che almeno lo si faccia senza perdere completamente la propria autonomia ed indipendenza di giudizio.
Inseguire bandiere acriticamente senza chiedersi perchè e ritenendo che esistano bandiere dentro le quali non vi siano contraddizioni, non è una cosa seria.
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