mercoledì 6 gennaio 2016

Piano B, Parigi.

In Novembre mi son ritrovato a Parigi per prendere parte, per conto del Coordinamento Nazionale della Sinistra contro l'Euro, al summit per il piano B promosso dal Parti de Gauche e co-organizzato con Oskar Lafontaine, Jean Luc Mélenchon, Yannis Varoufakis, Stefano Fassina e Zoe Kostantopoulou.
Purtroppo la sera del mio arrivo cioè la sera precedente all'avvio dei lavori, Parigi è stata colpita dagli attacchi terroristici nei quali hanno perduto la vita oltre 120 civili e che hanno poi determinato la recrudescenza dell'attività militare francese in Siria e l'approvazione delle infami leggi sullo stato di emergenza.

Per evidenti motivi la conferenza pubblica, che doveva tenersi nelle aule dell'Istituto Pasteur, è stata annullata e rimandata a data da definirsi.
Dato che ero regolarmente registrato tra i partecipanti, gli organizzatori mi hanno scritto perchè hanno ridefinito una nuova data, verso la fine di gennaio.
In questa occasione non credo che potrò partecipare e spero che potrà recarsi a Parigi qualcuno dei miei compagni o compagne perchè, se le argomentazioni e le posizioni espresse sono per vari aspetti ancora insufficienti ( ma non per tutti i presenti, alcuni stanno proponendo delle elaborazioni di altissimo profilo con argomentazioni assolutamente esplicite. Uno su tutti l'economista e filosofo francese Frédéric Lordon del quale linko il blog http://blog.mondediplo.net/-La-pompe-a-phynance- ) il dibattito nella sinistra continentale si è veramente sbloccato ed ormai anche alle posizioni apertamente eurocontrarie è riconosciuto pieno diritto di cittadinanza, con interi movimenti politici anche elettoralmente rilevanti che si stanno riposizionando su posizioni almeno apertamente euroscettiche restituendo un senso ed un decoro alla pratica di un internazionalismo non fumettistico e non lasciando il monopolio della contestazione delle oggettive contraddizioni della UE alle destre scioviniste.

Purtroppo non ho avuto modo di pronunciare, se ve ne fosse stata la possibilità,  o di consegnare agli organizzatori, il mio discorso.
Ma voglio ugualmente condividerlo con voi, anche nella versione in inglese per la quale ho ricevuto il prezioso aiuto della compagna Beatrice Eleonora ( grazie! ).

Riparleremo anche dei contenuti del prossimo incontro di Plan B pour l'Europe, per il quale l'organizzazione ha preannunciato la presenza di numerosi importanti personaggi della sinistra, della politica e dell'accademia internazionale.

Al momento non anticipo ciò che mi hanno inviato in email riservata ma riporto il link ufficiale.
https://www.euro-planb.eu/?page_id=17&lang=fr

Segue il testo del mio discorso per Parigi, caratteristico perchè in un summit sull'Euro....io naturalmente ero andato per parlare esclusivamente di....democrazia.
Che ci volete fare, lo spirito del bastiancontrario cagacazzi in fondo non mi abbandona mai.
Spero che vi piaccia e spero anche nei costruttivi contributi/critiche dei lettori che passeranno di qui.


Spero prossimamente di riuscire a recuperare il discorso che preparai per la conferenza di Atene del 26-28 Giugno ad Atene http://www.antieu-forum.org/ nella discussione col giornalista greco Giannis Kibouropoulos e con Manolo Monereo, in quella circostanza in rappresentanza del Frente Civico Somos Mayoria ( credo che nel frattempo sia diventato deputato e sia capo del fronte eurocontrario all'interno di Podemos ), dibattito moderato dalla compagna Marianna Tsichli, giovane dirigente di Aras-Mars e nel frattempo tra i fondatori di Laiki Enotita per la quale è stata candidata nel colleggio di Atene B.

Qui la potete vedere come principale volto e voce narrante nello spot elettorale di Lae.
E stato ed è un onore impagabile essere parte di un movimento internazionale i cui componenti sono portatori di un così eroico coraggio.









Quella circostanza mi è rimasta particolarmente nel cuore, ed in quel frangente avevo preparato anche un discorso più vasto, preciso e puntuale.
Purtroppo ho vissuto una tragicommedia informatica ( son tecnoleso ) e il mio PC di allora è attualmente in disarmo.
Ma non dispero di ritrovare il file su qualche chiavetta, nel qual caso condividerò quello che forse è stato il mio miglior intervento pubblico.

Discorso plan B in Italiano

Care compagne e compagni,
ringrazio gli organizzatori, il Parti de Gauche, la Francia e Parigi, ed in particolare l’on Stefano Fassina per la splendida occasione che ci è stata offerta di portare la nostra opinione.
E’ cosa giustissima e che si attendeva da anni che finalmente si ragionasse razionalmente su queste tematiche, con razionalità, senza strali e scomuniche.
Noi siamo una nuova formazione che sta cercando di costituirsi in movimento politico e possiamo dire che nel nostro paese abbiamo cntribuito al formarsi di una nuova opinione sulla UE perchè da anni portiamo avanti questo dibattito.
Ringraziamo per l'opportunità che ci date  ma, costruttivamente, vogliamo fare una critica.
"l'euro, a quali condizioni", è una domanda malposta, dato che i costi oltre che esserepesantissimi sul piano economico, si pagano soprattutto sul terreno della democrazia.
Credo nessuno voglia affermare che la democrazia non debba più essere un diritto indisponibile.
Il che significa che nessun prezzo è accettabile; la risposta è NO, non pagheremo nessun prezzo per l’euro, e ciò non è negoziabile con nessuno dei principi democratici e dei diritti sociali conquistati dopo la seconda guerra mondiale.
Un errore che non si dovrebbe commettere è ritenere che l'Unione Europea fosse un bellissimo progetto che ora rischia di fallire perchè la si è dotata della moneta sbagliata o lo si è fatto prematuramente.
No, questa moneta era l'unica coerente e consequenziale a questa UE, che fin dall'inizio non è servita a niente altro che a lasciare ai popoli niente più che una scatola vuota delle proprie democrazie costituzionali figlie dell’antifascismo e della tragedia della seconda guerra mondiale. Spogliare i popoli delle proprie democrazie per poi metterli ferocemente in competizione gli uni con gli altri attraverso la scusa della unificazione più ipocrita e fasulla della Storia, nel segno del liberoscambismo e dell’ordoliberismo funzionalista.
"Quali le condizioni e quale il prezzo", chiede il titolo del tavolo. La risposta è semplice. La democrazia, questo è il prezzo dell'UE e quindi dell'€.
In Italia nel 1989 votammo un referendum consultivo per dare mandato a stilare un progetto di Unione Europea sul quale poi decidere.
Era solo consultivo, un mandato di esplorazione.
Nessuno ha mai visto un piano da discutere e valutare e soli 3 anni dopo si entrava senza colpo ferire nel Trattato di Maastricht.
La minestra era già pronta, cosa abbiamo potuto scegliere? Niente.
Nel 2005 si è cercato di varare una Costituzione Europea che sanciva solo i diritti economici delle corporations multinazionali e delle banche, in un linguaggio volutamente incomprensibile.
Referendum in Francia: bocciato.
Referendum in Olanda: bocciato.
Referendum in Irlanda: bocciato.
Seguono minacce di ritorsioni economiche all'Irlanda che viene fatta rivotare in modo che vinca il SI di stretta misura, ma intanto si giudica che la strada sia troppo farraginosa.
Quindi i tecnocrati della UE prendono il 98% di quella costituzione e la impacchettano nella forma di Trattato di Lisbona, nel 2007. Siccome in Europa in quel momento tutti i governi sono liberisti ( PSE? pretendono pure di chiamarsi socialisti.... ), il trattato passa ovunque senza discussione, saltando il passaggio del referendum.
Segue il trattato di Velsen di cui nessuno parla mai, ma che stabilisce per le basi dell'Eurogendforce prerogative di extraterritorialità paragonabili solo a quelle della base di Guantanamo. Cose da ditturatura, preparate in anticipo perchè "non si sa mai....".
Ma la deflazione e l'esplosione della disoccupazione rendono i governi instabili, fino al punto che non si trovano più maggioranze politiche disposte ad eseguire gli ordini nei paesi periferici. Occorre procedere istituendo protettorati.
Italia e Grecia a novembre 2011.
Due governi rimossi per via monetaria, insediando dei burocrati ex componenti della commissione UE ed ex dirigenti di banche d'affari, mai votati da nessuno.
Cipro 2013, primo colpo di stato per via monetaria.
Oggi fare i golpe coi generali con gli occhiali scuri e i soldati al passo dell'oca nelle strade non si fa più, al Capitale non conviene, e poi le coscienze si ribellerebbero.
Perchè usare i soldati quando basta un click da una stanza di quella istituzione golpista che ha sede a Francoforte?
Grecia, maggio-giugno 2015, secondo colpo di stato per via monetaria.
Il popolo dice di no, un leader della sinistra europeista smentisce il risultato del referendum per paura dell'unica conseguenza possibile, l'uscita dall'euro.
Insegnamento fondamentale: trattare avendo una sola opzione non è una trattativa, ma un inutile rito sacrificale.
Il risultato referendario viene stracciato in 12 ore, si rivota dopo due mesi per decidere la faccia di chi gestirà il memorandum più duro della storia. Un nuovo trattato di Versailles inferto al Popolo Greco inerme. La Storia non insegna nulla…
Infine il TTIP, un trattato economico di libero commercio che produrrà tremendi danni sullo stato delle nostre economie e democrazia, condotto con una trattativa segreta al punto che nemmeno i deputati europei possono accedere liberamente agli atti, prendere appunti, diffonderne i contenuti.
Non si tratta più di decisioni politiche, le grandi lobbies stanno utilizzando l'UE per prendere decisioni bypassando qualsiasi processo di decisione democratica.
Possiamo accettarlo? Possiamo mercanteggiare sul fatto di essere sottoposti ad un simile regime?
No, dobbiamo scegliere tra l'UE e la democrazia ed è ormai evidente che non esistono vie di mezzo.
Una volta si diceva che con le elezioni i popoli scelgono liberamente progetti politici.
Oggi si sceglie il proprio assassino e la lunghezza del coltello col quale si verrà sgozzati.
"Popolo, preferisci lama a taglio singolo o doppio?"
E questa cosa si può ancora chiamare democrazia?
Portogallo ultime settimane: un governo pro austerità perde la maggioranza nelle elezioni ma ad una coalizione contenente due sinistre euroscettiche che avrebbero una maggioranza parlamentare non viene dato il mandato per evitare di entrare in contrasto con la UE.
Che poi il governo di minoranza sia già caduto è un altro discorso.
Abbiamo in ogni caso un segnale di come si cerca di influire sulle elezioni.
Nel frattempo abbiamo 50 milioni di disoccupati nel continente, del welfare state che contraddistingueva il modello sociale europeo non resta quasi più nulla ovunque e sulla contraddizione dello spoglio della sovranità nazionale e quindi democratica e popolare, non contestata efficacamente da sinistra, le destre nazionaliste e scioviniste stanno andando a nozze.
E stiamo ancora qua a discutere di quale prezzo siamo disposti a pagare per tenere in piedi l'euro?
La realtà storica è la che la democrazia si esercita necessariamente in spazi circoscritti, quelli nei quali un demos si riconosca ed abbia una concreta possibilità di esprimersi ed organizzarsi.
Entro questo spazio il popolo sfruttato può rivendicare la propria emancipazione.
Ma non esiste un demos europeo e quindi non può esistere una democrazia europea.
Con l'unione europea il Capitale si è sottratto al conflitto col Lavoro, rendendo indefinito il luogo dello scontro, astraendosene, e questo ha reso incolmabile il proprio vantaggio fino a dissolvere la democrazia.
In queste condizioni il Lavoro è sottoposto all’arbitrio di un Capitale libero di agire da autocrate regnante.
Voi francesi sapete meglio di chiunque altro che le monarchie non si democratizzano dall’interno.
Il popolo si libera quando ai Re viene tagliata la testa.
E questo bisogna fare con l’Unione Europea, che peggio ancora di un regno è un impero.
Quindi come movimento politico la nostra convinzione è che la vera questione sia ripudiare l'Unione Europea per ricostruire le basi della democrazia, e la necessità di uscir dall'euro altro non è che una conseguenza ovvia del ripristino della democrazia.
Non si può negoziare sulla democrazia.
Se non saranno le sinistre ad impugnare questa battaglia, per ricostruire le nostre democrazie e rapporti di collaborazione tra stati fratelli e sovrani governati da popoli liberi, entro le quali ricostruire politiche di solidarietà, inclusione sociale ed anche accoglienza, la disgregazione avverrà in ogni caso.
Sarà differente la sua gestione, ad opera di movimenti nazionalisti, sciovinisti, xenofobi quando non peggio, i quali in ultima istanza scenderanno nuovamente a patti con gli interessi del grande capitale come già altre volte nella storia.
L'Europa ha già vissuto situazioni omologhe.
Non lasciamo che ancora una volta la Storia sia ottima maestra con pessimi allievi; impossessiamoci della battaglia per la sovranità e decliniamola in chiave democratica e popolare prima che sia troppo tardi.
A nome mio, del Coordinamento Nazionale della Sinistra contro l'euro e della associazione Ora Costituente, grazie.
Auguriamo a tutti un buono svolgimento dei lavori, e invitiamo tutti a ricordare che i tempi della storia sono stretti.


Speech plan BDear comrades,
I want to thank the people who organized this conference, the Parti de Gauche, Paris, all France and in particular Mr. Stefano Fassina, Member of the Italian Parliament, for the wonderful chance that we have been given to express our political opinion in this congress.
It is absolutely right to talk over these subjects in a rational way, without fighting one another and without repudiations of other’s points of view. We have been waiting for years for this opportunity to come up.
We are a new political formation that is trying to give birth to a political movement and we can proudly say that in Italy we have worked together to form a different opinion on the EU, since we have been carrying out the debates on this matter for years.
We thank you for the opportunity you give us but we would also like to expose some crucial points for improvement.
“Under which conditions do we have to use the Euro currency?” is a question that misses the real problem, as the costs weigh heavily on the principles of our democracies besides on our economic policies.
I believe that nobody wants to state that democracy is no more a right for people.
This means that democracy is not on sale and no price is acceptable; the answer is “no”, we will not pay any price to protect the existence of the Euro currency and this is not in exchange for any of our democratic principles or for any of the social rights conquered after the World War II.
We should not make the mistake of believing that the European Union is a beautiful project that runs the risk of failing because of the wrong currency or because we introduced this currency before the time.
No. This currency was the only coherent and consequential to this form of EU, which since the beginning served only to leave the people with nothing more than a state similar to an empty box. The democratic principle of the constitutions, coming from the tragedy of World War II and the fight against fascism, had been swept away. The people, deprived of their democracies, have been then put in competition the one against the other with the most hypocritical excuse in History: the excuse of the unification of countries under the sign of neo-liberalism and ordoliberalism.
“Under which conditions do we have to use the Euro currency and what is the price of this?” is the subject of this meeting. The answer is simple. Democracy is the price of the EU and thus of the euro currency.
In Italy, in 1989, we voted a referendum for a study towards the building of the European Union on which we would decide to adhere later.
It was only a consultative vote.
Nobody ever saw a plan to discuss or evaluate and in only three years we were signing the Maastricht Treaty without any resistance.
The soup was ready to be served at our table and what were we able to choose? Nothing.
In 2005 they tried to pass a European Constitution that would ratify only the economic rights of the multinational corporations and of the banks; the papers were voluntarily written in a incomprehensible language.
In France the referendum on this was rejected.
In Holland it was rejected.
In Ireland it was rejected.
What follows is the menace of economic retaliations against Ireland, where the people were compelled to vote again so to make the “yes” option win by a hair’s breadth. In the meantime the process is seen as too confused.
For this reason the technocrats of the EU take 98% of that constitution and shape the Treaty of Lisbon in 2007. Since at that time in all Europe governments were all liberalist (though members of PES claim to define themselves “socialists”) the treaty is approved everywhere without discussions and the referendums are skipped.
Then comes the Treaty of Velsen, of which nobody ever speaks, that establishes the grounds to build the Eurogendforce (European Gendarmerie Force) and arrogates itself the right to operate beyond the frontiers among the countries, which situation can be compared only to the one at Guantanamo Bay detention camp. These things only happen under dictators and they are prepared in advance because “you never know”.
Deflation and quick rise of the unemployment create political instability, till it becomes impossible to build political majorities willing to execute the orders in the European periphery countries. It is necessary to establish protectorates in these countries.
The process starts in Italy and Greece in November 2011.
In these countries two governments are removed through the use of the currency, and then some bureaucrats former members of the UE commission or former managers of banks are installed, who were never voted by anyone.
Cyprus, 2013: first coup d’état through the use of the currency.
Today military coup d’état done by generals wearing sunglasses with the help of soldiers marching with goosesteps on the streets is not fashionable anymore, it is not convenient for the Capitalists and the general conscience of the people could awake.
Why use soldiers when a click from that coupist institution with its main office in Frankfurt is enough?
Greece, between May and June 2015: second coup d’état through the use of the currency.
The people say “no”, a leader from the Europeanist left parties denies the result of the referendum for fear of the only possible consequence: the withdrawal from the eurozone.
The fundamental lesson of this story is that to negotiate having only one option in your hands is not a negotiation but a useless sacrificial rite.
The result of the referendum is destroyed in 12 hours, people have to vote again 2 months later in order to decide who will manage the heaviest memorandum in history. A new Treaty of Versailles is inflicted on helpless Greeks. History teaches nothing…
As an end of this scenario we have the TTIP, an economic free trade agreement that will produce enormous damages on our economies and democracies, which is secretly negotiated to the point that not even the European deputies have free access to the acts, can take notes or make the contents public.
It’s no more a matter of political decisions, big lobbies are using the EU to decide skipping any democratic process.
Can we accept this? Can we bargain about the fact of being subjected to such a dictatorship?
No, we have to choose between the EU and democracy and it’s now evident that there is no middle course.
Once they said that with the election people could choose political programmes and projects freely.
Today we choose our murderer and the length of the knife with which we will be slaughtered.
“People, would you prefer a single-edged blade or a double blade?”
Is it possible to call this democracy?
Portugal, the last few weeks: a government favourable to measures of austerity loses the majority during the elections but a coalition of two euro-sceptic left parties which had the parliamentary majority is denied the mandate to avoid contrasts with the EU.
The fact that the minority government has already fallen is quite a different matter.
In any case we have the signal of how they try to influence the elections.
In the meantime we have 50 millions of unemployed on the continent, the welfare state which was the mark of the social European model has almost disappeared everywhere and nationalist Right parties  are happy for the Left parties are not protesting strongly against the ousting of the national democratic sovereignty of the people.
Are we still here to talk about which price we are willing to pay to keep the euro currency alive?
History tells us that democracy is necessarily exercised in well-defined realities, those in which the so-called “demos” gains self-conscience and has the concrete opportunity to express oneself and to organize oneself as a group.
Within this space, a subjected people can gain its own emancipation.
The problem is that a European “Demos” does not exist and so a European democracy cannot exist.
With the European Union the Capital has withdrawn from the conflict with the Work, making the battlefield indistinct; this has made the gap between the two too big to be closed till the democracy has thawed.
Under these conditions the Work is under the decisions of a Capital free to act as an sovereign despot.
French people, you know better than anyone else that monarchies do not turn to democracy from within.
The people free themselves when Kings have their heads chopped off.
And this is what we need to do to EU, which being an empire is worse than a reign.
As a political movement we are convinced that the very issue is to refuse the EU to build new basis for democracy and the necessity to exit from the eurozone is nothing but an obvious consequence of the return to democracy.
We can’t negotiate on democracy.
The breakdown will happen in any case even if the Left Parties don’t join this battle to build our democracies again, together with relationships of collaborations with states governed by free people, in which it will be possible to constitute new politics based on solidarity, social inclusion and acceptance of migrants.
The administration of the situation will be different and it will be done by nationalist and xenophobic movements, which in the end will again come to terms with the interests of the great capital as it already happened in history.
Europe has already faced similar situation.
We don’t have to let History be a good teacher with bad students; let’s take possession of this battle for the sovereignty and turn it into a democratic and popular fight before it’s too late.
The Coordinamento Nazionale della Sinistra contro l’Euro, the association Ora Costituente and I would like to thank you for your attention.
We all wish you a good prosecution of the works and invite you all to remember that time in history elapses.

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