Tutti i santi giorni mi passano sotto gli occhi frignucolamenti di gente che si costerna per il livello risibile della sinistra e perchè non c'è più Berlinguer.
Ah, Enrico di qui, ah Enrico di la.
Ci fosse stato Enrico, non saremmo sprofondati in questa merda.
Il problema, oh stolidi affossatori di sinistre, non è il leader e non è nemmeno l'unità.
Il problema è IL PROGETTO PER IL QUALE MUOVERE IL CULO.
Il problema è IL PROGETTO PER IL QUALE MUOVERE IL CULO.
Se il progetto è figo e la gente pensa che valga la pena muovere il culo per quel progetto, l'unità vien da sé ( e chi non si unisce scompare ) e il leader lo si trova.
Processo a Berlinguer
Mi sembra che la caratteristica di
maggior rilievo della linea economica del Partito comunista italiano, durante
l’ultimo decennio, sia stata quella di un adattamento alle circostanze, in una
sostanziale continuità di ispirazione.
Se si prescinde, cioè, dalle
polemiche contingenti, lo spirito che condusse Togliatti ad affermare,
nell’immediato dopoguerra, che occorreva soprattutto occuparsi della
ricostruzione persiste nelle numerose occasioni di appoggio a misure
governative rivolte a fronteggiare le difficoltà complesse e continue di questo
tormentato decennio.
Nei fatti, malgrado ogni diversa
apparenza, può dirsi che le forze progressiste del Partito comunista
abbiano accettato un’effettiva, sia pure non dichiarata, politica dei redditi.
S’intende che ciò rispondeva al fine
politico di una sempre attesa, e sempre rinviata, legittimazione del Partito
comunista come forza di governo.
Ma ciò non toglie che alla critica
sia stata associata una collaborazione che non può essere sottovalutata, in
quanto ha contribuito, a mio avviso, al superamento delle vicissitudini
congiunturali, pur lasciando irrisolti i nodi strutturali della nostra
economia.
Gli effetti sull’economia italiana
sono stati, pertanto, quelli di un apporto di rilevante importanza a una
gestione dell’economia di corto respiro, che va avanti giorno per giorno, ma
senza che siano in vista traguardi plausibili.
Frattanto, la critica del cosiddetto
assistenzialismo, in quanto si presta a deformazioni clientelari; il ripudio di
ogni richiamo alla valorizzazione dell’economia interna, in quanto ritenuta
contrastante con la “scelta irrinunciabile” dell’economia aperta; il frequente
indulgere al ricatto allarmistico dell’inflazione, con apparente
sottovalutazione delle frustrazioni e delle tragedie ben più gravi della
disoccupazione, costituiscono orientamenti che, seguiti da una forza
progressista come quella del Partito comunista, anche se in modo occasionale e
non univoco, possono contribuire ad allontanare, anziché facilitare, le
incisive modifiche di fondo che sono indispensabili al nostro paese.
In ultima analisi, ho l’impressione
che l’acquisizione del consenso stia diventando troppo costosa, in termini di sbiadimento
dell’aspirazione all’egualitarismo, della lotta all’emarginazione,
dell’erosione di posizioni di privilegio: aspirazioni che si identificano in
quel tanto di socialismo che appare realizzabile nel contesto del capitalismo
conflittuale con il quale è tuttora necessario convivere.
Mi dispiace essere crudele, ma qua in grassetto c'è la trascrizione di quel che scrisse su L'Espresso l'11 Aprile 1982 Federico Caffè sulla politica del vostro caro Enrico.
In altre parole la sinistra oggi è quello che è proprio perchè prima abbiamo avuto il vostro caro Enrico, e voi non avete ancora fatto AUTOCRATICA sul fatto che già la sua linea politica di allora era SBAGLIATA e SUICIDA.
In altre parole la sinistra oggi è quello che è proprio perchè prima abbiamo avuto il vostro caro Enrico, e voi non avete ancora fatto AUTOCRATICA sul fatto che già la sua linea politica di allora era SBAGLIATA e SUICIDA.
Finchè non sarete capaci ( nonostante i 34 anni di ritardo! ) di comprendere il senso di questa lettera aperta, vuol dire che VI MERITATE RENZI, che VI MERITATE PROPRIO QUESTA UNIONE EUROPEA, che siete la zavorra della storia.
Avete la sinistra che vi meritate!
Avete la sinistra che vi meritate!
Nessun commento:
Posta un commento