martedì 9 febbraio 2016

2016: M5S all'esame di maturità.




Poco importa sentirsi più o meno sostenitori o detrattori del M5S; se non si condivide la deriva neo bonapartista del PD renziano e il violento scasso degli assetti istituzionali del nostro Paese, funzionali al mantenimento al governo di interessi antipopolari e di una agenda liberista con lo scopo di obbedire ai diktat europei e compiacere i mercati, bisogna fare i conti con una fredda realtà numerica.
Essa ci dice che attualmente, M5S, è l’unico soggetto politico che può impedire al PD e all’UE di fare quel che vogliono del nostro Paese.
Chiunque voglia sostenere una agenda politica che si caratterizzi come antisistemica rispetto all’ordine neoliberista e europeista, per questo motivo numerico, gioco forza non può ignorare quali saranno le scelte tattiche e strategiche del M5S.
L’anno appena iniziato ci ha già dato precisi segnali del fatto che sarà molto agitato e turbolento; contraddizioni molto gravi verranno al pettine e gli esiti potrebbero scompagineranno il quadro politico.
Dobbiamo premettere quali siano le questioni politiche che movimenteranno il 2016:
a) in un mese soltanto, con ieri, abbiamo già avuto almeno 2 giorni nel corso dei quali gli indici di borsa hanno segnato un autentico tracollo
b) il sistema bancario italiano risulta attualmente essere un colabrodo. Le inchieste giudiziarie intorno a Banca dell’Etruria e Banca delle Marche – Monte dei Paschi di Siena incombe sempre sullo sfondo - sono solo la punta dell’iceberg. Herr Schäuble sta passando all’incasso, questo è il vero problema. Classe politica e ceti dominanti in Germania sembrano sempre più convinti di aver ottenuto il massimo possibile dall’eurozona, e stanno cercando di massimizzare gli utili a breve termine senza più preoccuparsi troppo del domani ( rispetto al quale con tutta evidenza hanno già un piano di riserva ), questo anche a costo di condurre l’eurozona al punto di rottura. In questo momento, a essere sotto attacco, è il sistema bancario italiano.
c) L’Unione Europea non sta facendo nulla per arginare la rapacità degli interessi tedeschi dei quali, al contrario, dimostrano solo una volta di più di essere i portavoce.
d) I dati sui flussi di capitali in Target 2, tra la fine del 2015 e il primo mese del 2016, ci dicono chiaramente che i mercati non stanno credendo nella tenuta dell’eurozona e che stanno organizzando la fuga. Questo fenomeno riguarda ormai anche i piccoli risparmiatori. Probabilmente siamo di fronte a ciò che i tecnici son soliti chiamare col nome di profezia autoavverante.
e) l’Italicum, la nuova legge elettorale se mai possibile addirittura peggiore del precedente Porcellum, è stata approvata nel corso dell’anno scorso e entrerà in vigore a partire da luglio di quest’anno. Fatto inedito nella storia, l’approvazione di una legge elettorale dilazionata nel tempo, ma non privo di motivo. L’Italicum è infatti una legge elettorale studiata in funzione di un sistema monocamerale, cosa che attualmente non siamo.
f) Nel frattempo è però stata approvata anche la riforma costituzionale del trio Boschi-Renzi-Verdini, che risolverebbe la contraddizione di cui al punto e) trasformando il senato in una camera non elettiva di nominati dediti ad attività diverse dall’assemblea dei deputati. Siccome la riforma costituzionale è stata approvata a maggioranza assoluta e non qualificata e il governo Letta non fece in tempo a cambiare l’articolo 138 della Costituzione, si terrà in ottobre-novembre un referendum confermativo senza quorum per approvare o bocciare la riforma costituzionale.
g) Italicum e riforma costituzione sono, quindi, strettamente collegate. Se cade la riforma costituzionale, necessariamente, cade anche l’Italicum
h) questa battaglia politica si sovrapporrà allo scontro tra Renzi e l’Unione Europea, che potrebbe anche essere uno scontro vero e non solo una messa in scena.

Naturalmente non ci illudiamo che lo scopo di Renzi sia quello di cambiare segno alla politica economica del proprio governo; Renzi può al massimo essere interessato a praticare neoliberismo con altri mezzi, se mai dovesse capitare che l’eurozona arrivi al punto di rottura durante la sua reggenza.
Il suo problema è il non potersi permettere di obbedire in maniera aperta e smaccata ai diktat europei perché l’impopolarità dei provvedimenti da essi imposti lo brucerebbe politicamente, e lui lo sa bene. Per questo ha bisogno di negoziare margini di flessibilità che l’UE non vuole concedere.

Dentro questo turbolento e contradditorio scenario nel quale il futuro di Renzi e del PD non sono garantiti, come sceglierà di muoversi il M5S?
Capirlo avrebbe estrema importanza perché ci stiamo giocando la Costituzione, motivo per cui è indispensabile opporsi al governo, ma stiamo contemporaneamente rischiano un commissariamento a viso aperto da parte dell’Unione Europea.
I primi segnali, purtroppo, non sono confortanti.
Nelle ultime settimane infatti non si capisce bene quali siano le intenzioni di Beppe Grillo, che sembra quasi essersi stancato della propria creatura politica.
Ciò sarebbe un male perché Grillo, politico sempre in bilico tra populismo e demagogia, è certamente difficile da inquadrare ma è provvisto di una propria forte carica antisistemica; una sua ricollocazione di più basso profilo all’interno del M5S indicherebbe che si è svolta una lotta di potere vinta da Casaleggio e tra le due si tratta certamente dell’ipotesi peggiore.
Il primo passaggio difficile per il Movimento è stata la vicenda di Quarto sulla quale il PD, e la stampa cui il PD tira i fili, hanno montato un caso nazionale. Evidentemente è ridicolo che il PD punti il dito contro il M5S per una vicenda puerile come quella di Quarto, nella quale la sindaca era stata pure vittima e non carnefice e non aveva ceduto alle richieste indebite. Ma il cosidetto direttorio ha perso la testa di fronte alla campagna di stampa e invece di reggere il punto ha scaricato la propria stessa sindaca.
Una compagine politica che dimostra nervi così saldi - ci tocca necessariamente domandarcelo - può esprimere personale politico in grado di reggere una settimana di waterboarding durante l’eurogruppo, o in grado di non perdere il controllo dei nervi di fronte ad un crack borsistico e a un incremento dello spread come quello del tardo autunno 2011? Questo è un primo grave problema.
Negli ultimissimi giorni il PD è nuovamente tornato all’attacco dipingendo M5S come campioni dell’oscurantismo, neanche fossero stati loro ad organizzare il family day, perché dal sito del Movimento è giunta indicazione per la libertà di coscienza rispetto all’approvazione del dl Cirinnà in discussione proprio in questi giorni.
Chi scrive è favorevole ad una rapida approvazione del dl Cirinnà, pur ritenendolo un compromesso al ribasso assai poco coraggioso, e non è in linea di principio entusiasta rispetto al cambiamento di linea del M5S su questa tematica che era stata anche sottoposta a referendum degli iscritti, il cui esito è stato a questo punto sconfessato.
Tuttavia riconosco che su una questione etica, pur essendo contrario all’opinione di chi non se la sente di votare il dl Cirinnà, la libertà di coscienza un proprio senso ce l’ha.
Oltre a questo tale scelta politica avrebbe il proprio senso anche da un punto di vista tattico: il PD a questo punto si è infatti speso sull’approvazione di questa legge che però congela i rapporti col nuovo centrodestra di Alfano, e oltre a questo le defezioni nelle fila del PD saranno maggiori che tra le fila del M5S. La scelta della libertà di coscienza, quindi, mette a rischio l’approvazione della legge ma scarica le colpe dell’eventuale fallimento, in misura molto maggiore, sul PD stesso.
Si tratta quindi di un gioco molto cinico, ma purtroppo la politica è fatta anche di questo.
Certo bisognerebbe saperlo argomentare, ma anche in questo caso il direttorio sta dimostrandosi latitante.
Veniamo infine alla questione più importante, il referendum confermativo sulla riforma costituzionale.
Purtroppo è difficile immaginare che i professori e i costituzionalisti a capo del comitato referendario per il NO sappiano trascinarsi dietro un ampio movimento di popolo. Questo tipo di azione politica non è mai stato il loro terreno; inoltre si tratta di persone mediamente piuttosto anziane, che in qualche caso hanno troppo a lungo scelto di non vedere quel che veniva fatto alla Costituzione e che a tutt’oggi non vogliono inquadrare questa battaglia nella logica di uno scontro contro il PD e il suo leader.
Le speranze di riuscire a far vincere il NO sono quindi fortemente legate all’impegno che M5S vorrà o non vorrà esprimere nel rendere vitali i comitati referendari territorio per territorio, il che presuppone la disponibilità a mescolarsi con tanti cittadini e cittadine che pure non votano M5S e intessere relazioni politiche anche con gli altri soggetti organizzati che saranno attivi nei comitati.
Se M5S non uscirà dal proprio autistico isolazionismo e non si mescolerà alla società ciò potrebbe facilitare Renzi nel suo sabotaggio della Costituzione.
La responsabilità di questa scelta è pesantissima.
D’altra parte non possiamo essere certi nemmeno dell’impegno di altri soggetti che fanno parte del fronte del NO.
M5S potrebbe non voler dar l’assalto alla riforma costituzionale proprio per non far cadere l’Italicum, nella presunzione che andranno loro al secondo turno e in quel passaggio sconfiggeranno il PD.
Altri partiti, come Sel, potrebbero invece pensare che la minaccia incombente rappresentata dal M5S potrebbe indurre governo e PD a modificare l’Italicum in modo che il premio di maggioranza torni a premiare la coalizione e non il partito: questo permetterebbe loro di riallearcisi e riparlamentarizzare i propri burocrati. Per questo motivo è probabile che vari soggetti che sostengono il NO al referendum saranno attivi più nella negoziazione sottobanco di modifiche all’Italicum che non nei comitati referendari.
Inoltre in un contesto di guerra aperta con l’UE, il M5S che pure nominalmente è contro l’euro ma che non ha mai supportato questa battaglia con sufficiente convinzione, rischia di veder erodere il proprio consenso da un presidente del consiglio in polemica con l’eurogruppo e che risparmia 4 spiccioli sul costo della politica ( che andrebbe invece considerato investimento in democrazia e pluralismo. Anche la retorica anti-casta presenta il conto, come argomento politico passibile di ritorcersi contro il proprio stesso sostenitore e più facilmente strumentalizzabile da chi desideri la svolta neo bonapartista preferendola alla democrazia e al pluralismo ).
Solo M5S può disarmare a priori questi sporchi giochetti politici, sostenendo attivamente la battaglia per il NO al referendum, uscendo dal proprio isolazionismo e qualificando il senso del proprio euroscetticismo in modo compiutamente antiliberista invece che costruendo la contrapposizione sul mero sentimento antitedesco, come invece farà il governo che non può spostare il PD di colpo su posizioni euroscettiche.
Se il M5S avrà questo coraggio Renzi si ritroverà accerchiato e l’Europa potrebbe trovare sul fronte italiano una nuova, invalicabile, linea del Piave.
Se il M5S non troverà il coraggio di queste scelte di contenuto politico, invece, è probabile che i nemici vinceranno facilmente; sia quelli interni sia quelli dall’esterno.
L’onestà andrà di moda, dicono.
Non contesto affatto l’importanza dell’onestà nell’amministrazione della cosa pubblica, ma l’onestà deve essere una attitudine morale al servizio di un progetto politico.
Se l’attitudine morale pretende di farsi progetto politico, la bandierà dell’onestà si trasfigura da desiderio di maggiore moralità a moralismo, e col moralismo come progetto politico non si va lontani.
E’ ora di crescere e diventare veramente un partito politico maturo.
Questo è l’esame di maturità per il M5S, e non ci saranno sessioni suppletive o esami di riparazione.




P.S.

carissimo Dio dei Soviet, lo so che quando sarò morto, non foss'altro per l'impegno e la fede che ci avrò messo, siederò alla tua sinistra.
Ma per intanto non potresti mandarci giù uno Strelnikov che faccia tanticchia di piazza pulita?
Grazie.



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