mercoledì 4 maggio 2016

Da Craxi a Renzi, l'etica è morta annegata nell'Adda.

Una monetina da 2 cents, pregnante simbolo del valore della classe politicante di questi tempi.
C'è uno scarto continuo verso il peggio, la vicenda lodigiana di questi giorni mi rende convinto di questa cosa.

Ai tempi dei Craxi ( Andreotti, Forlani, Gava, Cirino Pomicino, De Michelis, Martelli, La Malfa, Vizzini, Altissimo, Citaristi, Larini, e non dimentichiamoci nemmeno i Bossi da un lato, e i Greganti dall'alto. E faccio finire qua la lista ), quei "socialisti" che hanno reso intoccabile e sputtanato forse in sempiterno nel nostro Paese quella definizione che, se non fosse stata gettata nel fango, per me rimarrebbe la più bella di tutte, spalleggiati dai democristiani e da tutti gli altri, dicevano: "gli altri politicanti non sono migliori di noi, hanno solo occultato meglio le prove, in ogni caso non hanno diritto di puntarci il dito contro".

Qua stavamo già volando basso, ma parecchio basso...

Poi un 1992-1993 di certo non risolutivo, perché i problemi sociali non si risolvono con la magistratura e nemmeno quelli politici ( anche se può essere giustissimo ripulire con la magistratura la classe politica ), ci lasciò con la stessa logica di fondo a governare l'esistente mentre alcuni partiti semplicemente erano estinti.
La continuità dei medesimi interessi di prima ancora una volta al potere pur attraverso partiti diversi la garantì Berlusconi, che però riuscì a rappresentare uno scarto in peggio. (*)
Non diceva "gli altri hanno semplicemente occultato meglio le prove", ma direttamente diceva che i giudici erano malati di mente o komunisti e che comunque non si può procedere per via giudiziaria contro chi ha avuto un mandato elettorale.

E qua volavamo ancor più basso.
Comunque sia Craxi se la prendeva con gli altri politicanti e Berlusconi con un altro potere dello stato.

Oggi, dopo l'azzerramento della classe politica della prima repubblica e il quasi azzeramento del blocco politicante berlusconiano ( il blocco sociale che aveva dietro è stato sussunto dal PD che porta avanti la stessa identica politica, anzi, forse peggiore in quanto più globalista ) di mezzo ci vanno gli ultimi che restano, gli ex pidiessini-diessini-margheritini-piddini.
Su costoro evidentemente Craxi aveva almeno in buona parte ragione,  gli va riconosciuto, nel dirne che avevano soltanto occultato meglio le prove.
Con tale classe politica abbiamo un ulteriore scarto verso il basso.
Quando questi vengono pizzicati, se la prendono direttamente con gli italiani: fascisti, manettari, ignoranti, masnada di bifolchi come vi permettete?

Dobbiamo dirgli grazie perché ci concedono l'onore di taglieggiarci e derubarci giorno per giorno, in pratica.

Ma il punto è che la classe politica in questo paese non rappresenta più un bel niente: il filtro-canale tra società e partito di cui parlava Gramsci, non esiste più da un pezzo.
Far carriera in questi partiti non avviene praticamente mai perché vieni su dal basso e emergi per la tua bravura politico/amministrativa, ma perché sei nato e cresciuto nel "giro" giusto.
Questo, nella logica malata e perversa di fedeltà alla bandiera del partito assolutamente da caserma degli ex piccisti trinariciuti che in realtà comunisti non furono mai ma solo aderenti a una chiesa che teneva falce & martello sul portone d'entrata al posto della croce, vale addirittura doppio.
Se fai strada li dentro è, normalmente, perché qualcuno garantiva per te e per la tua "fedeltà" da ancora prima che nascessi, o genericamente perché porti soldi e qua l'unico parametro "morale" ancora universalmente valido è quello che recita pecunia non olet.

In ogni caso lo scarto ulteriore verso il basso è questo:
- Craxi insultava gli altri politicanti per ri-legittimarsi ( e non c'era più niente da legittimare ), - Berlusconi insultava i magistrati ( e c'era ancora meno da legittimare ),
- i piddini pizzicati e i loro lacchè, la loro corte dei miracoli, insultano direttamente il popolo gridando "non siete meglio di noi!".

E la stessa logica autoassolutoria di sempre fondata sul principio del tutti colpevoli e quindi nessuno è colpevole, ma aggravata dal fatto che la colpevolezza è scaricata direttamente sul popolo e non sul rappresentante politico che ha tradito il mandato o su un altro, circoscritto, potere dello Stato.

Ma manco per il cazzo!
Siamo meglio di costoro, eccome se lo siamo.
Siamo tenuti ad uno scatto morale che segni chiaramente la volontà di ribellarsi di fronte a questa equazione.
Il vostro apparato di potere è da lustri un circolino privato con la selezione all'entrata, non rappresenta questo popolo, rappresenta voi stessi e basta.
Del resto solo una casta politicante che è sempre stata altro rispetto al popolo e che ha potuto avvalersi di canali e percorsi preferenziali da prima ancora di venire al mondo, di fronte alla sacrosanta indignazione, può rispondere come a Lodi in questi giorni e cioè facendo quadrato intorno a ciò che è indifendibile e rispondendo oltraggiosamente alle persone comuni giustamente indignate, dicendo loro che noi siamo meglio di voi, quindi dovete solo stare zitti e muti.
Solo chi dal popolo non proviene e il popolo intimamente lo schifa, può reagire in questo modo ad una indignazione assolutamente meritata.

Per questo dico che se le "monetine" furono un eccesso sgradevole ( ma non immotivato ) nel 1992-1993, quando i partiti rappresentavano ancora qualcosa e quindi il lavacro di coscienze in quel modo fu da parte di molti assolutamente ipocrita, spesso oggi le monetine sarebbero invece non solo motivate, ma nemmeno sgradevoli.
Perché queste metastasi di governanti non hanno più alcun legame col corpo sociale, sono metastasi e basta.
E la soluzione per le metastasi è la resezione, senza discorsi pietosi sul garantismo chiamato in causa fuori contesto, non meno e non diversamente da come faceva Berlusconi.
Non possiamo lasciarci dire che siamo noi marci quando in realtà sono loro che si autoriproducono con sistemi elettorali cuciti su misura e presa la poltrona pensano sempre e solo a farsi i cazzi propri.

Questo nessuno aveva osato dirlo prima e non possiamo lasciarglielo dire adesso, perché se legittimassimo l'idea che questa classe politicante ci rappresenti davvero allora, molto semplicemente, non ci meriteremmo alcun riscatto.




* sul perché la questione giudiziaria non basti a risolvere problemi politici, riporto quando ha scritto recentemente Domenico Moro:


Secondo Piercamillo Davigo Mani pulite ha fallito, la magistratura non basta. Ma va'! Chi lo avrebbe detto? Soltanto chi pensa che i fenomeni sociali e in particolare la corruzione dipendano principalmente dalla morale o dall'etica poteva pensarlo. E la corruzione non è neanche un fatto riconducibile alla politica tout court, ma ai rapporti tra politica e economia, cioè tra ceto politico e classe economicamente dominante. Esistono cause economiche, per essere più precisi rapporti di produzione, alla base della corruzione. Mani pulite non solo non ha risolto, ma ha finito per contribuire involontariamente (diciamo così) alla corruzione. Mani pulite ha accelerato un processo neoliberista basato su privatizzazioni, esternalizzazioni dei servizi pubblici (a sua volta collegato al federalismo cioè alla delega alle regioni), delega ad organismi sovrannazionali (integrazione europea), che ha ampliato il terreno su cui la corruzione e la concussione possono operare. Il problema è la riorganizzazione dell'accumulazione capitalistica, altro che la casta, con buonapace di Rizzo, Stella e dei Cinque stelle. I partiti giustizialisti sono condannati a fallire come è successo alla Lega, che, bisognerebbe che qualcuno lo ricordi, era quasi morta a seguito della rivelazioni su Bossi, e che solamente la xenofobia anti-immigrati ha resuscitato. Anche l'M5S non riuscirà a concretizzare molto. Per questa questa ragione c'è bisogno di una politica e di un partito che parta da un chiaro punto di vista di classe e anti-capitalistico, con proposte serie in campo economico e sociale. In pratica c'è bisogno di un forte partito comunista.

Nessun commento:

Posta un commento